Il mondo della scrittura, e in particolare quello dell’editoria, ha dimostrato che c’è bisogno di evoluzione e del coraggio di abbandonare il vecchio modo di operare, dispendioso e poco efficace.
Occorre dare il giusto valore al termine innovazione, per questo si deve cambiare radicalmente.
Sempre più spesso la produzione editoriale ha preferito puntare su personaggi di successo, che poco o niente hanno a che fare con l’editoria di qualità: calciatori, attori, showman e soubrette. Tutto questo perché i lettori scarseggiano e occorre intercettare chi ancora compra libri.
Ecco allora che le figure professionali classiche, dall’editore agli agenti letterari, se non hanno fatto un processo chiaro di evoluzione non aiutano gli scrittori (o aspiranti tali) a farsi largo in un mercato inflazionato e senza più regole precise.
La figura del Literary coach nasce per esaudire questa esigenza. Si tratta di un professionista che conosce il settore di appartenenza e le sue regole e nello specifico sa guidare il proprio assistito: